Il SART è obbligatorio sulle navi navi oltre le 300 tsl, ma si sta ora diffondendo anche sulle imbarcazioni che non ne hanno obbligo, per il suo valore aggiunto in termini di sicurezza.
La svolta di questa tecnologia è avvenuta nel 2010 quando l'IMO ha riconosciuto l'AIS SART alla stessa stregua del radar SART, ovvero chi ha obbligo del SART può decidere liberamente tra i due modelli. Da quel momento il mercato, per ovvi motivi di sicurezza, si è orientato sul AIS SART. Infatti il radar SART può essere rilevato solo dai radar in banda X, mentre l'AIS è ben più diffuso e la guardia costiera dispone di sistemi di rilevamento dei target AIS ormai ben affinati. Inoltre il radar SART rileva solo una traccia dove dovrebbe essere presente il target in distress, mentre l'AIS SART integra un rilevante pacchetto di informazioni.
Per un'imbarcazione che naviga entro 50 miglia dalla costa e che quindi non è obbligata alla dotazione dell'EPIRB, la scelta di un AIS SART rappresenta un'alternativa . Sebbene dobbiamo ricordare che l'EPIRB rimane il dispositivo di sicurezza per eccellenza, alcuni non hanno volontà di seguire le piccole burocrazie necessarie per l'installazione, in questi casi l'AIS SART potrebbe essere la scelta conseguente. Nel caso invece fossimo dotati di un EPIRB senza AIS a quel punto l'AIS SART diventerebbe totalmente complementare ed in grado di incrementare notevolmente il livello complessivo di sicurezza.
Un AIS SART occupa sull'imbarcazione un piccolo spazio e nel caso di bisogno si attiva con estrema semplicità. A quel punto saremo prontamente monitorati dalla guardia costiera o da altre imbarcazioni nei paraggi ed il soccorso si prospetterà agevole. Dobbiamo però doverosamente segnalare il limite nella portata, infatti l'AIS operando sulla frequenza VHF e con una potenza ridotta, difficilmente potrà essere rilevato oltre le 5 miglia.