Il primo progetto per un anemometro è stato realizzato da Leon Battista Alberti nel 1450, ma anche Leonardo da Vinci successivamente ne ingegnerizzò uno provvisto oltre che di anemometro anche di anemoscopio, ovvero di misurazione della direzione del vento.
Gli anemometri più diffusi sono quelli a palette, inserite su una ruota, che con la pressione del vento girano e mandano impulsi elettrici che, nei modelli più attuali, vengono digitalizzati per essere inviati come dati verso il display.
Esistono anemometri portatili ed anemometri inseriti in stazione meteorologiche.
Oggi quelli più diffusi sono gli anemometri portatili i quali vengono spesso provvisti anche di altre misure (temperatura, umidità, altitudine, direzione del vento etc), diventando così, anch'essi, delle vere stazioni meteorologiche.
Nel 2013/2014 sono apparsi i primi anemometri portatili per smartphone, un esempio è il Wind Meter della WeatherFlow. Questi offrono la peculiarità di monitorare i dati su un display più performante e di poter meglio inviare report delle misure agli amici tramite SMS, email e Social Network. Hanno inoltre normalmente un costo inferiore, poichè il sensore del vento non incorpora un display.
Per rilevazioni ad alto livello sono apparsi da qualche anno gli anemometri con rilevazione ad ultrasuoni, un esempio è l'UWSD10 della CruzPro. Da questi ci si aspetta una precisione maggiore e sono pertanto destinati ad un'utenza professionale o ad imbarcazioni a vela da regata.
Oggi un anemometro è uno strumento fondamentale per moltissimi tipi di attività, ne citiamo alcune:
- Nautica
- Regate veliche
- Windsurf e kitesurf
- Volo
- Edilizia
- Impianti di gonfiabili
- Giardinaggio
- Atletica
- Tuffi
- Sci
- Motociclismo
- Caccia
- In campo medico